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MILANO - Dipinte a mano da artigiani italiani le quattro istallazioni, che rimandano al Rinascimento e al design milanese, sono ispirate allo storico foulard di Hermés “Grand Theatre Nouveau” disegnato da Gianpaolo Pagni.
Attraverso l’allestimento, lo spettatore percorre un viaggio che prende spunto dai classici greci. Un percorso fantastico che parte da un edificio labirintico, progettato ma mai realizzato da Piero Portaluppi (Tre Strane Nuove Case: Progetto per la S.T.T.S. a Milano, Corso Sempione, 1926), attraversato da un sottile filo luminoso che ricorda il mito del Minotauro e che non permette di smarrirsi all’interno di sé stessi.
La porta aperta è un invito a non avere paura dell’ignoto. Il cammino prosegue con l’incontro con Polifemo, rappresentato da un viso antropomorfico composto da una lente e un naso in gesso in una scena che ricorda un’opera di Magritte, tinta rubando i colori agli interni di Palazzo Portaluppi e con una pavimentazione alla Giò Ponti.
Le sirene incantano il pubblico esibendosi in un concerto o forse in uno spettacolo di cabaret, calcando il palco di un teatro punteggiato dai fiori in vetro lanciati da un ipotetico pubblico adorante. Il filo si materializza al centro della scena e il viaggio fantastico termina con lo stesso filo di Arianna che avvolge in spirali alcuni corpi celesti. Trascinando tutto con sé il filo scompare dietro una porta.
Nichetto, con questo progetto, omaggia l’artigianalità francese e italiana, oltre che indirettamente la sua città natale, - Murano -, e lo fa attraverso l’uso sapiente del vetro che utilizza per le pavimentazioni e i dettagli. La statua argentata di una sirena rappresenta una sorta di caricatura surreale e ironica. Corpo di donna, coda di pesce e una “sirena” per volto, parola usata dai veneziani per indicare i megafoni che annunciano l’arrivo dell’acqua alta.
Redazione Abitare